venerdì 24 maggio 2013

Ritorno alla vita


tratto da: "Il quaderno di Maya" di Isabelle Allende






Il clima invernale limita le attività sull'isola, ma di lavoro ce n'è  sempre: bisogna occuparsi dei bambini e degli animali, con la bassa marea raccogliere i frutti di mare, rammendare le reti, riparare provvisoriamente le case danneggiate dai terremoti, lavorare a maglia e contare le nuvole fino alle otto, quando le donne si ritrovano per vedere la telenovela e gli uomini per bere e giocare al truco.


Ha piovuto per tutta la settimana, un pianto tenace del cielo del Sud, e l'acqua s'infiltra attraverso le fessure tra le tegole che si sono spostate durante la tempesta di martedì. Sistemiamo dei barattoli nei punti in cui gocciola e andiamo in giro con gli stracci per asciugare il pavimento.


Quando il cielo si schiarirà salirò io sul tetto perchè Manuel non ha l'età per fare acrobazie e abbiamo ormai perso la speranza di vedere da queste parti mastro frangetta prima della primavera.


Il ticchettìo dell'acqua generalmente inquieta i nostri tre pipistrelli, appesi a testa in giù sulle travi più alte, fuori dalla portata delle inutili artigliate di Gatto Leso. Detesto questi topi alati dagli occhi ciechi, perchè ho paura che di notte possano succhiarmi il sangue, anche se Manuel assicura che non sono imparentati con i vampiri della Transilvania.


Dipendiamo più che mai alla legna e dalla nera stufa di ferro, su cui la teiera è sempre pronta per il mate o il té; c'è una traccia di fumo, una fragranza piccante negli indumenti e sulla pelle. La convivenza con Manuel è una danza delicata, io tengo in ordine, lui va a fare legna e insieme cuciniamo.



L'immagine è tratta da:
- http://www.exploringchile.com/MEDIA/Le-vostre-foto/chile-s_33/photoutente.html

Emily


tratto da: "Emily Brontë - La vita"  di Muriel Spark






Ancora una volta Charlotte loda con trasporto le poesie di Emily.

 << Mi colpirono come uno squillo di tromba quando le lessi
 in segreto da sola.....Dapprima fui rimproverata severamente
 per essermi presa una ingiustificabile libertà. Me l'aspetavo

 perchè Ellis Bell (Emily) non ha una natura comune e   
 arrendevole. Ma a forza di suppliche e ragionamenti sono  
 riuscita infine ad estorcerle il riluttante consenso di far  
 pubblicare le "rime", come lei le definisce con disprezzo.  
 L'autrice non allude mai ad esse; oppure, se lo fa, è con  
 tono spregiativo. Non conosco donna che abbia mai scritto  
 poesie simili. Energia concentrata, chiarezza, raffinatezza -
 uno strano, forte phatos sono le loro caratteristiche.....>>



Vi sono espressioni usate qui per descrivere Emily che sono diventate
quasi parole chiave nei tanti commenti su di lei.....Emily,
sprezzante, sdegnosa, inflessibile e fatta di materiale sovrumano:
così è giunta a noi. Le definizioni vengono usate a partire
dall'ultimo anno di vita di Emily, quando Charlotte era sempre più
infervorata nel cogliere i tratti drammatici della sorella.



Questa sua tendenza riflette, dunque, qualcosa di Emily di allora?
Emily si sa, aveva espresso idee che, per Charlotte, erano audaci ed
originali, ma non pratiche. Se Emily aveva elaborato una filosofia
della sua opera, se aveva sviluppato un sistema che era l'equivalente
logico di quello sotteso ai suoi scritti, allora Charlotte aveva
ragione. Non era pratico. Per la verità, se fosse stato messo in
pratica, sarebbe stato molto pericoloso, perchè i suoi principi erano
distruttivi.



Quando fu pubblicato il romanzo di Emily, Charlotte era ansiosa di
sentire le opinioni in merito. Non è rimasta la lettera in cui il suo
amico Mr. Williams esprime il suo punto di vista, ma rimane la
risposta di Charlotte:


 << Il vostro giudizio non è sbagliato....Ellis   
 (Emily) ha una mente forte e originale, ricca di un   
 potere cupo e strano. Quando scrive poesia quel   
 potere si esprime in un linguaggio concentrato,   
 elaborato e raffinato al tempo stesso, ma in prosa     
 erompe in scene che più che attrarre, traumatizzano.
 Ellis, tuttavia, migliorerà, poichè conosce i suoi   

 difetti. >>



L'immagine è tratta da:
- http://www.biography.com/people/emily-bront%C3%AB-9227381

giovedì 23 maggio 2013

Capricci reali



tratto da: "Il compleanno dell'Infanta" di Oscar Wilde






In quel momento l'Infanta in persona entrò con i suoi compagni dalla
finestra aperta sul balcone, e quando essi vissero il brutto
nanerottolo che giaceva bocconi e batteva il pavimento con le mani
convulse e rattrappite nel modo più ridicolo e goffo, scoppiarono in
fragorose risate, gli si fecero intorno e si misero ad osservarlo.


<< Il suo modo di danzare era buffo >>, disse l'Infanta, << ma
vederlo recitare è ancora più divertente. E' bravo quasi quanto le
marionette, anche se, s'intende, non altrettanto naturale >>. E agitò
il suo grande ventaglio, e applaudì.....


......Ma il piccolo Nano non diede risposta.


L'Infanta pestò i piedi e chiamò lo zio, che stava passeggiando sulla
terrazza col Ciambellano e leggeva certi dispacci giunti proprio
allora dal Messico, dove il Santo Uffizio era stato appena
instaurato.


<< Il mio piccolo Nano fa i capricci >>, gridò, << dovete farlo
rialzare in piedi e dirgli che deve ballare per me >>.
I due si sorrisero l'un l'altro, ed entrarono, e Don Pedro si chinò,

battendo il suo guanto ricamato sulla guancia del Nano......


.....Ma il Ciambellano aveva l'aria grave, e si inginocchiò vicino al
piccolo Nano, e gli posò la mano sul cuore. E dopo qualche minuto
scrollò le spalle, si levò e fece un profondo inchino all'Infanta e
le disse:
<< Mi bella Princesa, il vostro piccolo Nano buffo non ballerà mai

più. E' un peccato, perchè è talmente brutto che forse avrebbe potuto
far sorridere il Re >>.


<< Ma perchè non ballerà più? >>, chiese l'Infanta tra le risa.
<< Perchè il suo cuore si è spezzato >>, rispose il Ciambellano.
E l'Infanta aggrottò la fronte, e le sue graziose labbra dorate si

incresparono in segno di leggiadro disdegno.


<< In futuro, quelli che vengono a giocare con me non abbiano cuore >>,  gridò, e corse fuori in giardino.
  



L'immagine è tratta da  "Google Immagini"

Le meraviglie del mare


tratto da: "Il Pescatore e la sua Anima" di Oscar Wilde





Ogni sera il giovane Pescatore andava al largo, sul mare. E chiamava la Sirena, ed ella appariva a fior d'acqua e cantava per lui. Intorno a lei nuotavano delfini, e i gabbiani selvaggi danzavano sul suo capo.



Ed ella cantava un canto meraviglioso. Perchè cantava delle Creature Marine che conducono le loro mandrie di grotta in grotta, e portano i vitellini sulle spalle; dei Tritoni con le loro lunghe barbe verdi e i petti villosi, che soffiano dentro ritorte conchiglie al passare del Re; del palazzo del Re, tutto d'ambra, con un tetto di limpido smeraldo e il pavimento di pietra lucente; e dei giardini del mare, dove i grandi ventagli di corallo fanno ondeggiare tutto il giorno le loro filigrane, e i pesci guizzano qua e là come uccelli d'argento, e le anemoni aderiscono tenaci agli scogli, e i garofani sbocciano nella rena gialla ondulata.






Ella cantava delle enormi balene che vengono dal Mare del Nord e hanno ghiaccioli accuminati appesi alle pinne; delle Sirene, che narrano cose di una tale meraviglia che i mercanti devono otturarsi le orecchie con la cera per non udirle, altrimenti si getterebbero in acqua e annegherebbero; di vascelli affondati con tutte le loro alberature, coi marinai gelati aggrappati alle sartie e lo sgombro che nuota dentro e fuori dalle cannoniere aperte, delle minute ostriche da carena che viaggiano abbarbicate alle chiglie delle navi e girano tutto il mondo; delle seppie che dai fianchi delle rupi protendono le lunghe braccia nere e possono fare venire notte quando vogliono.


Ella cantava del nautilus con la sua barca scavata nell'opale e portata da una vela d'argento; delle felici Creature Marine che suonano l'arpa e sanno incantare il Granchio fino a farlo addormentare; dei bimbi che agguantano i viscidi marsovini e cavalcano ridendo il loro dorso; delle Sirene adagiate nella bianca spuma che tendono le braccia ai naviganti; e dei leoni di mare dalle zanne ricurve, e dei cavalli marini dalle criniere fluttuanti.



Le immagini sono tratte da "Google Immagini"


mercoledì 22 maggio 2013

Virginia e il fantasma


tratto da: "Il fantasma di Canterville" di Oscar Wilde





<< Povero, povero fantasma >>, sussurrò, <<  non hai un posto dove
andare a dormire?>>
<< Lontano, oltre il bosco dei pini >>, rispose, con voce bassa,

sognante, << c'è un piccolo giardino ; l'erba vi cresce alta e
rigogliosa, lì fioriscono le stelle della cicuta; l'usignolo vi canta
tutta la notte. Vi canta tutta la notte e la fredda luna di cristallo
guarda giù mentre il tasso stende i suoi giganteschi rami sui
dormenti. >>



Gli occhi di Virginia  si velarono di pianto ed ella nascose il viso
dietro le mani.


<<  Allude  >>, bisbigliò, al <<  Giardino della Morte 
<<  Sì, della Morte. La Morte deve essere tanto bella. Riposare sotto

la soffice terra bruna, con l'erba che ti ondeggia sopra la testa e
ascoltare il silenzio: non avere più né passato né futuro;
dimenticare il tempo; perdonare alla vita; avere la pace. Tu puoi
aiutarmi, puoi aprire per me i portali della casa della Morte, poichè
Amore è sempre con te e Amore è più forte della morte >>.......


.......<<  Non ho paura, dichiarò con voce ferma, << e chiederò
all'Angelo di avere pietà di lei  >>.


Anch'egli si alzò in piedi con un debole grido di gioia, le prese una
mano e, chinandosi con la grazia dei tempi antichi, gliela baciò. Le
sue dita erano di ghiaccio, le sue braccia bruciavano come fuoco, ma
Virginia non vacillò mentre lui la guidava attraverso la sala buia.
Sulla tappezzeria d'un verde sbiadito erano ricamati piccoli
cacciatori che soffiavano nei corni infiocchettati e con le minuscole
mani intimavano Virginia a tornare indietro.


<<  Torna indietro piccola Virginia, torna indietro!  >>



L'immagine è tratta da:
http://cluburbanfantasy.blogspot.it

giovedì 16 maggio 2013

Wild love


tratto da: "Lezioni di piano" di Jane Campion


Ma Baines non poteva rendersi conto di quanto accadeva ad Ada,
convinto com'era che avesse giocato con lui così, per capriccio senza
una vera partecipazione, e questo lo feriva. "Va via. Fuori di qua,"
disse con voce gonfia di emozione. "Vattene!" urlò.




Ferita alle sue parole Ada andò verso di lui e, gli occhi pieni di
rabbia, lo schiaffeggiò con forza. Baines la guardò, scosso. Poi Ada
prese a colpirlo, più e più volte, sulla faccia e sulle spalle.
Baines alzò le braccia a proteggersi dai colpi, e nel farlo il volto
gli si distese e illuminò come se Ada avesse pronunciato parole
d'amore. Ada era rossa in viso e scioccata; in quel momento, faccia a
faccia, sentivano entrambi con forza, la reciproca presenza.

A ogni respiro, per ogni istante in cui i loro occhi restavano come
agganciati assieme, la promessa dell'intimità veniva confermata e
particolareggiata finchè, ed erano come sunnamboli che non sanno dove
si trovino quando si risvegliano, George serrò Ada tra le braccia.



Lei tremava, le lacrime le sgorgavano agli occhi. George si chinò a
baciarle delicatamaente il collo, poi levò il viso finchè le loro
labbra si congiunsero, e si baciarono e toccarono, labbra, guance,
nasi, occhi, capelli.


Non c'era, nella loro tenerezza, traccia di esperienza, erano le oro
emozioni a guidarme gli istinti. Il volto di George esprimeva appieno
lo squisito dolore del suo piacere; Ada lo tratteneva come se temesse
di vederlo scomparire. Cominciarono a lottare con i rispettivi
indumenti, ansiosi di toccare più vaste superfici l'uno della pelle
dell'altra, perduti al mondo.





Fuori Alisdair Stewart spiava sospettoso la capanna di George Baines;
aveva lasciato cadere accanto ai gradini la sacca da lavoro,ignorando
l'abbaiare di Flynn. Avvicinandosi di più udì un profono sospiro
proveniente dalla rozza costruzione. Seppe, senza riflettere, che non
doveva bussare all'uscio. In punta di piedi girò l'angolo
dell'edificio, tremando si tolse il cappello, sbirciò attraverso la
fessura. Dentro, vide George e sua moglie, Ada McGrath.









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lunedì 6 maggio 2013

L'essenza

 tratto da: "Il ritratto di Dorian Grey" di Oscar Wilde



<<La buona influenza non esiste, signor Grey. Qualunque influenza è immorale; immorale dal punto di vista scientifico >>.

<<Perchè?>>

<<Perchè influenzare qualcuno significa dargli la propria anima.
Egli non pensa più i sui pensieri naturali, non arde più delle sue passioni naturali; le sue virtù non sono naturali per lui e i suoi peccati, se i peccati esistono veramente, sono presi a prestito.




 Diventa l'eco di una musica altrui, l'attore di una parte che non è stata scritta per lui. Lo sviluppo di noi stessi è lo scopo della vita; ciascuno di noi è al mondo per tradurre perfettamente in realtà la propria natura.

 Oggigiorno la gente ha paura di se stessa. Tutti hanno dimenticato quello che è il più alto dei doveri, il dovere che abbiamo verso noi stessi.Sono caritatevoli, certo; danno da mangiare agli affamati e vestono gli ignudi, ma le loro anime restano affamate e nude.

Il coraggio è scomparso dalla nostra razza;in realtà forse non lo abbiamo mai avuto. Il terrore della società, che è la base della morale e il terrore di Dio che è il segreto della religione sono le due cose che ci governano. E pure....>>.

....<<E pure>>, continuò Lord Henry, con la sua sommessa voce musicale e con quel grazioso gesto della mano che era una sua costante caratteristica e che era consueto in lui fin dai suoi tempi di scuola a Eton, <<credo che se un uomo vivesse pienamente e compiutamente la propria vita, dando forma a ciascun sentimento, espressione a ciascun pensiero, realtà a ciascun sogno, credo che ne deriverebbe al mondo un tale impulso fresco di gioia da farci dimenticare tutte le infermità del medioevalismo e da farci tornare all'ideale ellenico e magari a qualche cosa di più bello, di più ricco dell'ideale ellenico.




Ma il più coraggioso tra noi ha paura di se stesso. Nelle rinunce volontarie che rovinano la nostra vita rivive tragicamente la mutilazione del selvaggio. Noi siamo puniti per quello che rifiutiamo a noi stessi; ogni impulso che ci sforziamo di strangolare fermenta nella mente e ci intossica >>. 






Le immagini sono tratte da:

- http://www.lafenicebook.com/2012/10/letture-dal-passato-il-ritratto-di_28.html
- http://forum.donnamoderna.com/gossip-e-tv-f127/il-ritratto-di-dorian-gray-t1796349/

sabato 4 maggio 2013

Una comune donna borghese


tratto da: "Il professore" di Charlotte Brontë 


Parlava con una certa pronuncia blesa, non sgradevole, ma fanciullesca. Presto notai anche che nei suoi lineamenti niente affatto piccoli c'era una espressione infantile, più che giovanile; questa pronuncia blesa e questa espressione costituivano, non ne dubito, un fascino agli occhi di Edward e lo avrebbero costuituito a quelli della maggior parte degli uomini, ma non ai miei.



Cercai i suoi occhi, desideroso di legger lì l'intelligenza che non riuscivo a discernere sul viso o a udire nella conversazione: erano gai, piuttosto piccoli. Di volta in volta vidi vivacità, vanità, civetteria affacciarsi dall'iride, ma invano cercai un barlume di spiritualità.

Non sono un orientale: colli bianchi, labbra e guance carminie, masse di riccioli luminosi non sono sufficienti per me senza quella scintilla prometeica che vivrà dopo che rose e gigli saranno appassiti e i capelli bruni diventano grigi.

Nel sole, nella prosperità, i fiori sono molto belli; ma quanti giorni piovosi ci sono nella vita - stagioni novembrine di disastro quando il focolare e la casa di un uomo sarebbero davvero freddi, senza il chiaro confortante bagliore dell'intelletto. 



La foto è tratta da:

- http://247.libero.it/focus/20595465/0/gli-snob-di-downton-abbey-gli-unici-nobili-inglesi-amati-in-america/

domenica 28 aprile 2013

Osservazioni di una governante


tratto da: "Agnes Grey", di Anne Brontë


Non essendo abbastanza ricca da possedere un orologio, potevo
rendermi conto del passare del tempo solo osservando le ombre che
lentamente si allungavano; la prospettiva era laterale e comprendeva
un angolo del parco, una macchia d'alberi i cui rami più alti
ospitavano un'affollata colonia di rumorose cornacchie e un alto muro
con un massiccio cancello di legno, che probabilmente comunicava con
il recinto delle scuderie, visto che un'ampia strada carraia vi
giungeva dal parco.







L'ombra del muro presto avanzò sin dove riuscivo
a vedere, costringendo la dorata luce del sole a perdere
progressivamente terreno e a rifugiarmi infine sulle cime più alte
degli alberi. Ma dopo non molto anch'esse furono in ombra, l'ombra
delle colline lontane o della terra intera; compatendo gli
affacendati cittadini dei nidi, guardai con rincrescimento le loro
dimore, inondati pochi attimi prima dalla luce gloriosa, ridotte ora
alla tetra tinta smorta del mondo giù in basso o del mondo dentro di
me. 






Sulle ali degli uccelli che volavano più alti ancora si posava 
la luce, che sul nero delle piume stendeva sfumature splendenti di
rosso oro carico; presto anch'esso scomparve. Piano scese il
crepuscolo, le cornacchie attenuarono il frastuono, io sentii
crescere la stanchezza e desiderai tornare a casa l'indomani.
Infine fu buio.





Le immagini sono state tratte da:
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Anne_Bront%C3%AB_by_Patrick_Branwell_Bront%C3%AB_restored.jpg
http://www.booksshouldbefree.com/book/agnes-grey-by-anne-bronte

sabato 13 aprile 2013

Gli angeli ci osservano

tratto da: "Verso la luce" di Princess Karadja







Accanto a me c'era un angelo
Incontrai il suo sguardo, che sembrò
perforare la mia anima.


Mi afferrò la mano e io tremante e teso, poi, rapido come il
pensiero, mi portò via.

Mi condusse nella città dove avevo vissuto nei giorni passati.
Raggiungemmo un covo del vizio, ove durante la mia vita ero stato un
ospite costante.

Al suo comando vi entrai ancora.

Che arcana, quanto strana mi appariva quella casa del peccato!

Sbigottito, vidi tra la folla sfacciata degli ospiti invisibili
provenienti dai silenziosi mondi degli spiriti rimanere nell'oscurità
strettamente attaccati alle spalle dei vivi.

Ho visto come quelle anime malvagie con odio mortale esortavano 
quegli uomini caduti verso azioni sempre più torbide;ho visto gli
angeli di Dio lottare strenuamente per salvare le scintille di virtù,
non ancora estinte.





Questo palazzo rumoroso era un campo di
battaglia,ove poco ci si curava dei mortali e del loro destino appesi

alla luce silente tra tenebre e luce.

Ma distinguevo, anche, molti spiriti lugubri che non combattevano, ma
giravano per il posto in triste vigilanza e muta disperazione.
Queste erano le anime, che un tempo avevano lussureggiato lì.


Mortali, che passano la loro vita in festini sfrenati,piangono
amaramente, quando la morte appare solenne, e severamente li invitano
a lasciare questo mondo.

Essi si sforzano contro la loro sorte. Essi volentieri sarebbero
rimasti ancora su questa terra, i cui più vili piaceri imprigionano
dopo la morte le loro anime sfortunate

Non hanno la forza di strappare quelle disgustose catene, che il
vizio ha forgiato. Le gioie terrene ricordano ancora.
Ahimè, poveri schiavi! Ancora le amano eancora mancano a loro.


Le loro passioni malvagie restano e li torturano dal momento che non
possono più essere soddisfatte.

Così essi rimangono fintanto che il desiderio muore, costretti a
guardare i peccati degli uomini viventi.
Fino al punto in cui detestano la sola vista del vizio.
Poi, lentamente, essi dimenticano le loro
basse delizie: quegli sporchi ricordi vengono spazzati via





Le immagini sono tratte da:
- http://blog.segretidellessere.com/?p=398
- http://www.frasiaforismi.com/aforismi/il-mio-angelo-4/

lunedì 8 aprile 2013

Dio non ama chi uccide


dal blog di Valdo Vaccaro

MASSIMO RISPETTO PER OGNI CREDO E PER OGNI FILOSOFIA

il corpo umano si alimenta non solo di cibo materiale, come aria, acqua, sole e dei magnifici prodotti che la natura ci offre, ma anche di buoni pensieri, di etica, di valori morali e di spiritualità. Siccome toccherò argomenti anche delicati, il rischio di lasciare l’amaro in bocca a chi non condivide esiste sicuramente. Ma non è mia intenzione creare tensione ed offesa in alcuno, qualunque sia il vostro credo e le vostre convinzioni. Sia di consolazione comunque sapere che non appartengo a nessun partito e a nessun movimento, per cui non esistono preclusioni, barriere ideologiche e strade senza uscita.

DISTINGUIAMO TRA BUONI CREDENTI E PESSIME ISTITUZIONI RELIGIOSE

Sappiate che, indipendentemente da quanto esporrò, nulla ho contro la religiosità e i simboli religiosi, e nulla ho contro chi, al contrario di me, entra regolarmente in una qualsiasi chiesa per pregare. Anche perché, una cosa è la voglia che ognuno di noi ha di comunicare col mondo ultraterreno, e un’altra cosa sono la commercializzazione e la mercantizzazione del sacro, ovvero le istituzioni religiose, da sempre cariche di materialità e di interessi che ben poco hanno a che vedere con l’anima.

C'È CHI CREDE E CHI NON CREDE, E VANNO ENTRAMBI RISPETTATI

Ogniqualvolta un maestro igienista o vegetariano svolge in pubblico il suo lavoro, si trova di fronte a domande spinose, piccanti, velenose, fatte spesso non tanto per autentica curiosità, per amore della verità o per approfondire le proprie conoscenze, quanto per contestare e contraddire e mettere eventualmente in difficoltà ed in imbarazzo il maestro stesso.
Non tutti credono nella figura di Gesù, e nemmeno nella idealizzazione che ne è stata fatta. Il mito di Gesù è radicato. Tuttavia, è risaputo, almeno per alcuni, che era un uomo normale. Uno che mangiava non solo pesce, ma anche agnello sgozzato e beveva abbondante vino rosso coi suoi discepoli. Preti, cardinali e papi, poveretti, vanno dunque capiti. Non hanno fatto altro che seguire gli atroci insegnamenti del loro Profeta e dei libri sacri.

LA CHIESA CATTOLICA AFFERMA DA SECOLI CHE GLI ANIMALI SONO OGGETTI DA MACELLO

L’Irlanda, il paese più cattolico al mondo, non è a caso anche quello a più intensa attività macellatori. I libri sacri contengono più massacri di uomini ed animali, più sgozzamenti e spargimenti di sangue, che qualsiasi altra opera scritta esistente. La casta sacerdotale del padre di Gesù non era altro che una corporazione di macellai, ha scritto Paolo Ricci. Uno dei testi più critici in proposito rimane "La Bibbia, gli Ebrei ed Altre Storie", di Bruno Melas (Stampitalia-Teramo, 1999). D’altra parte, il fatto che 4 Concili della Chiesa di Roma (Ankara 314, Gangrense 324, Braga 577 ed Aquisgrana) abbiano sancito l’obbligo per tutti i prelati cattolici di nutrirsi di carne e di evitare il vegetarianismo, la dice lunga sulla politica della Chiesa di Roma, ed anche sulle ovvie e decantate tendenze dei preti a divorare tacchini, capponi, prosciutti, trippe e bistecche, con abbondanti vini di accompagnamento, perché, in casi come questo, melius abundare quam defiggere.

L'INQUISIZIONE HA PESATO COME UN MACIGNO PER 15 SECOLI

Occorre ricordare che il Clero, finché ha avuto il potere temporale, fino a quando ha potuto contare sulla sua funesta ed implacabile Inquisizione, si è sempre servito della pena di morte contro le opinioni diverse da quella ufficiale. Un vero peccato che, in tali Concili, a completamento dell’opera, non sia stato pure sancito l’obbligo per i prelati di circondarsi di leggiadre e gaudenti fanciulle, così ci ritroveremmo oggi circondati da preti stile l’irresistibile Don Bondio del volo Trieste-Roma, che ho descritto nel mio articolo "L’Elogio della Castità", e non sentiremmo più alcuna lamentela ecclesiastica sulla endemica crisi delle vocazioni tra i giovani di oggi.

RELIGIONE AMICA O NEMICA DELLA CIVILTÀ

Dove sono finiti i libri veri? Dove stanno i Papiri giusti? Dove sta la cultura credibile, libera e indipendente dagli inquinamenti religiosi, politici e commerciali? Dove stanno le preziose testimonianze dei saggi del passato? La sopraffazione del sacro sul profano, del sacerdotale sul laico, la brutale eliminazione fisica-sociale-culturale dell’avversario e dell’infedele, è durata per due millenni almeno, e ha prodotto milioni di vittime. Si sono bruciate persone, donne e uomini, da Giovanna D’Arco a Girolamo Savonarola, ma i roghi delle biblioteche non sono stati meno gravi e delinquenziali.

ROGHI DI LIBRI E ROGHI DI UOMINI

San Paolo mandò a fuoco tutti i libri della famosa biblioteca di Efeso (città sul Mar Egeo, dove si coltivava il culto di Artemide, dea cacciatrice, che correva con seguito di ninfe per le selve).
E il codice di Giustiniano prescriveva che tutti i testi eretici finissero tra le fiamme (Ipsa flamis combusta deperant), mentre una sentenza della Inquisizione imponeva che tutti i volumi sequestrati venissero bruciati di fronte alla scalinata di Piazza San Pietro, nel medesimo esatto punto in cui il grande filosofo Giordano Bruno fu bruciato vivo l’8 febbraio 1600. Persino nella periferica Udine, il 13 dicembre 1648, vennero bruciati al suono festoso delle trombe 400 tomi proibiti, mentre 13 anni dopo, a Pordenone, finì al rogo, assieme ai libri che teneva in casa, il malcapitato mugnaio Domenico Scandella detto Menocchio.

I 600 MILA TOMI DI ALESSANDRIA VALEVANO PIÙ DELLE PIRAMIDI, DEL PARTENONE E DEL COLOSSEO MESSI ASSIEME

La bibliopirosi è la tipica piaga delle religioni e delle tirannidi nemiche della cultura, del ragionamento, del progresso, della scienza e della civiltà. Il record mondiale appartiene comunque al Califfo Omar e all’Emiro Al-As i quali, il 22 dicembre del 640, dopo aver conquistato la città di Alessandria, distrussero la bazzecola di 600 mila tomi in un sol colpo. Appartenevano alla famosa biblioteca dei Tolomei, e finirono in cenere 10 mila anni di storia umana, le nostre stesse radici. Lo storico Eutichio scrive che tali opere valevano più di tutte le Piramidi, il Partenone e il Colosseo messi assieme. Quella stessa biblioteca aveva subito perdite di 40 mila volumi nel 48 AC, e di altri 100 mila volumi nel 391 per opera del patriarca cristiano Teofilo. Non citiamo qui le valanghe di libri distrutte dai vari dittatori comunisti, da Stalin a Tito, da Mao a Pol Pot, e dal nazista Hitler, ma in questi casi i danni non furono altrettanto irreparabili.

USANDO IL NOME DI DIO HANNO DEVASTATO IL MONDO

Ci hanno massacrato i templi dove stava scritto Conosci Te Stesso. Ci hanno tolto le vestigia e i documenti della vera civiltà greco-romana, basata sul sano paganesimo, sulla buona educazione naturalistica, sugli Dei dell’Olimpo. Ci hanno bruciato più volte la biblioteca di Alessandria. Ci hanno distrutto uno ad uno tutti i volumi di Talete e di Pitagora. Ci hanno buttato nella spazzatura gran parte delle opere di Platone, Socrate ed Aristotele. E tutto questo per darci in pasto ai giudei, agli ebrei, ai cristiani, ai cattolici, ai protestanti e agli islamici.
L’informazione oggi è perfetta e diffusa, non manca in nessun angolo.Non c’è albergo decente al mondo che non abbia nei cassetti accanto al letto una Sacra Bibbia o un Sacro Corano, volumi che non legge nessuno. Tutti soldi buttati via.

LE BACCHETTATE DI BRUNO MELAS CONTRO LE MAGGIORI RELIGIONI MONDIALI

Leone Tolstoj, che era profondamente Cristiano, pubblicò nel 1907 un libello contro San Paolo e i suoi insegnamenti. Il testo gli procurò una scomunica dalla Chiesa Ortodossa. Per Bruno Melas, le religioni più immorali e dannose all’ecologia e alla causa animalista, per ordine di pericolosità, risultano essere: 1) Il Giudaismo Ebraico, 2) Il Cristianesimo, 3) L’Islam. Mentre le prime due si distinguono per ferocia ed efferatezza, la terza si segnala per arretratezza culturale. Le religioni orientali, tipo il Brahmanismo (da cui deriva l’Induismo moderno) e il Buddhismo, si distinguono invece per la grande considerazione con la quale trattano gli animali.

IL MAHATMA GANDHI APPARTIENE ALL'INDUISMO E NON AL GIUDAISMO

Non a caso il Mahatma Gandhi, quello del "La vera ricchezza di un paese non sta nel suo prodotto interno lordo ma nel modo in cui vengono trattati gli animali all’interno delle sue frontiere", appartiene al mondo induista e non a quello giudaico-cristiano-islamista. La teologia Cristiana, Cattolica e Protestante, è basata sul concetto di sofferenza-morte-sangue. Questo Dio, così mal-dipinto e mal-concepito, non è Onnipotente oppure è un Dio Sanguinario.

DIO ONNIPOTENTE E MISERICORDIOSO O DIO CINICO E SANGUINARIO?

l comandamento Non Uccidere, che sta alla base etica del vegetarianismo, nella versione originale ebraica suona come "Non uccidere il Giudeo ma, per chi Giudeo non è, puoi pure farlo".
I sacrifici di animali agli dei sono comuni in molte religioni, ma nel Giudaismo c'è qualcosa di peggio. C'è l’aspetto pernicioso del peccato e dell’espiazione, ereditato dal Cristianesimo, e solo nel Giudaismo c’è questa meticolosità ossessiva del rituale ai danni degli animali, considerati come oggetti inanimati. Il dio Jahwè ha creato gli animali ad uso e consumo dell’uomo, prova ne è che, quando decide di mandare il Diluvio Universale a causa delle colpe umane, fa perire anche tutti gli animali (fuorché i pesci ovviamente). Tutta la teologia Paolina e Cristiana, Cattolica e Protestante, è basata sul concetto salvifico della sofferenza, della morte e del sangue di Cristo. I casi sono due. Questo Dio biblico, così mal-dipinto e mal-concepito, può solo essere: 1) Non onnipotente, e deve pertanto ricorrere a stragi e sacrifici pur di ottenere qualcosa, oppure 2) Sanguinario, amante della crudeltà e della violenza, tanto da divertirsi sadicamente a veder correre il sangue.

ABERRANTE CONCETTO GIUDAICO DELLA REDENZIONE ATTRAVERSO IL SANGUE

Il concetto giudaico di base, abominevole, è quello per cui la sofferenza e il sangue dell’innocente (animale, o bambino, o schiavo che sia, o persino Gesù inviato alla crocifissione) purificano il peccato e i peccatori. Questo aberrante concetto, totalmente estraneo alla grande civiltà greco-romana, è entrato nella nostra cultura occidentale proprio grazie al Cristianesimo, ed in particolare grazie a San Paolo il quale (Ebrei 9:22) dice che "Tutte le cose vengono purificate dal sangue, e senza spargimento di sangue non esiste perdono". È illuminante un episodio del 1983, dove un gruppo di animalisti e intellettuali francesi chiese al capo della Comunità Ebraica di Parigi di usare degli anestetizzanti per gli agnelli sgozzati dagli Ebrei. Il capo rabbino rispose letteralmente che "Per la remissione dei peccati occorre la sofferenza, perché senza la sofferenza degli animali non ci potrebbe essere purificazione e redenzione per la Comunità Ebraica".

DIO RIFIUTA I VEGETALI DEL BUON CAINO E ACCETTA GLI AGNELLI SGOZZATI DEL SANGUINARIO ABELE

Il fondamento del non-rispetto, per la natura e per gli animali, sta proprio nei libri giudaico-cristiani, tant’è che Jahwè, (Genesi 4, 3, 5) non gradisce l’offerta di vegetali fattagli da Caino (quando Caino non era ancora incattivito), ma gradisce gli agnelli sgozzati del buonissimo Abele. Se analizziamo i riti sacri e le dettagliate istruzioni macellatorie date da Jahwè ai figli di Aronne (fratello di Mosé e gran sacerdote degli Ebrei) capiremo molte cose. La pessima propensione alimentare di Jahwè, il Dio padre biblico di Gesù, trova mille conferme nella Bibbia e nei Vangeli stessi.

ALCUNI ESEMPI TRATTI DAL VECCHIO TESTAMENTO

Ad esempio, (Genesi 9:1) dove Dio benedice Noè e i suoi figli dicendo: A) Il terrore di voi sia in tutte le bestie di terra e di acqua, B) Quanto si muove ed ha vita vi servirà come cibo, C) Questi sono gli animali che potrete mangiare: Il bue, le pecore, le capre, il cervo, la gazzella, il daino, lo stambecco, l’antilope, il bufalo, il camoscio, i pesci con pinne e squame e gli uccelli mondati dalle piume (Deuteronomio 14:4), D) Menù per i sacerdoti in fase espiazione peccati: 2 agnelli di un anno, al giorno, uno al mattino e uno il pomeriggio (Esodo 29:32), E) Il bue sia spinto sull’altare, sia sgozzato, scorticato e tagliato in pezzi sul posto, bruciato in olocausto, col suo sangue spruzzato intorno all’altare. Per i volatili, il sacerdote li offrirà sull’altare, ne staccherà la testa, spruzzerà il sangue tutt’intorno, prenderà le ali e dividerà a metà l’uccello senza staccarlo del tutto (Levitico 1:5), F) La pecora sarà immolata davanti alla tenda della messa. Sarà sgozzata e il sangue sarà sparso intorno all’altare (Levitico 1:3).

LA CASTA SACERDOTALE DEL DIO PADRE NON ERA ALTRO CHE UNA CORPORAZIONE DI MACELLAI

Anche coi Vangeli e con Gesù le cose non cambiano di molto: (Luca 5, 6) Gesù realizza una miracolosa pesca, con totale disdegno degli animali marini. (Marco 5, 13) Gesù affoga 2000 maiali in mare. (Marco 11,13) Gesù maledice e fa seccare il fico (solo perché non ha frutti, che è cosa ovvia fuori stagione). Occorre dunque sfatare tutti i miti dell’infanzia e tutte le belle favole religiose. Gesù non era di razza ariana come pretendono alcuni gruppi neonazisti. Gesù era di razza semitica, mangiava carne, mangiava pesce e beveva vino. Non si sa se fumasse. Non si è sicuri se andasse pure a donne (ma quello sarebbe stato eventualmente un punto a suo vantaggio). Quello che appare con certezza dai Vangeli è che la casta sacerdotale del padre di Gesù era niente altro che una corporazione di macellai. Tu sei Pietro, e su questa pietra fonderai la mia chiesa. Alzati Pietro, uccidi e mangia, parola del Signore.

C'È DA SPERARE CHE VALGA DI PIÙ LA PREGHIERA DELLA BESTEMMIA

Alla fine di questa digressione, sicuramente non lusinghiera e non tranquillizzante sui libri sacri, più di qualcuno avrà cose da ridire. Più di qualcuno masticherà amaro. Più di qualcuno si chiederà se le migliaia di segni di croce, genuflessioni, messe, candele accese, processioni e pellegrinaggi, non lo faranno sentire meschino e ridicolo di fronte al mondo, e di fronte a se medesimo. Più di qualcuno, si guarderà meglio allo specchio e penserà se è valsa la pena di restare imprigionati ed imbracati nel capestro di una fede sbagliata per tutti questi anni. Più di qualcuno dirà che allora era persino meglio bestemmiare che pregare. Ma tali recriminazioni sono puerili ed improduttive.

LA GRANDEZZA DI DANTE ALIGHIERI

Facciamo piuttosto una profonda respirata e guardiamo avanti. C’è ancora molto da fare e da imparare. Basta anche un solo giorno per voltare pagina e per riprendere il cammino indicato dal buon Dante (Fatti non fosti a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza), quel Dante che altri non hanno, o che altri devono tradurre nei loro idiomi perdendone spesso il senso e la poesia, quel Dante che ci insegnò molto, e che non esitò a scaraventare nel suo Inferno fior di papi e fior di cardinali. Condannare i libri e condannare le istituzioni ecclesiastiche non significa necessariamente condannare le popolazioni cristiane, ebraiche e mussulmane.

Il Dalai Lama e la reincarnazione localizzata


tratto da: "La vita di Gesù in India - La vita sconosciuta prima e dopo la crocifissione" di Holger Kersten


Poco tempo prima della sua morte nel 1933, il tredicesimo Dalai Lama aveva dato alcune indicazioni sul luogo e sul tempo della sua successiva reincarnazione. Ogni giorno il suo corpo veniva posto nella stessa posizione nel Palazzo del Potala, guardando verso sud nella tradizionale posizione del loto. Ma una mattina il suo volto fu visto girato verso est. E su un piedistallo di legno a breve distanza dall'altare su cui era seduto apparve in maniera improvvisa e misteriosa una specie di fungo a forma di stella.....





.....Ma dopo questo episodio i Lama-maghi non ricevettero ulteriori segnali per altri due anni.
Finalmente il Lama-capo in carica (il lama reggente), fu ispirato ad andare in pellegrinaggio al lago santo di Lhamoi Latso. I Tibetani credono che il futuro venga riflesso nelle limpide acque di questo lago di montagna.


Dopo giorni di meditazione preparatoria, il Lama reggente ebbe la visione di un monastero di tre piani con i tetti dorati, nei cui pressi c'era una piccola fattoria cinese......

.....Il defunto Dalai Lama poteva teoricamente essere rinato a molte migliaia di kilometri dal luogo della sua dimora precedente.....la ricerca portò ben oltre i confini del Tibet centrale, nella regione del Dokham, che era sotto amministrazione cinese.....La spedizione trovò parecchi potenziali candidati, ma nessuno di essi corrispondeva esattamente ai dettagli della visione....

Finalmente, durante l'inverno, presso il villaggio di Takster, il gruppo arrivò al monastero a tre piani di Kumbum, coperto di tetti dorati e vicino a una graziosa piccola fattoria.....

Due lama di alto rango si finsero servitori. La finzione aveva il fine di nascondere nell'immediato il vero scopo della visita, di evitare emozioni non necessarie e consentire alla delegazione di ispezionare il posto in un'atmosfera tranquilla.
I due alti religiosi furono accompagnati in cucina nel loro ruolo di servitori, mentre l'altro monaco fu fatto accomodare nella stanza principale.

Nella cucina della casa stavano giocando i bambini della famiglia, e non appena il lama che si fingeva servitore si mise a sedere nel locale, un piccolo bambino di due anni corse verso di lui e gli si gettò in grembo. Il reverendo monaco portava una collana per preghiere che era appartenuta al defunto Dalai Lama, e il bambino sembrava riconoscerla e cominciò a tirarla come se volesse averla.
Il Lama promise al bambino di dargliela se avesse indovinato chi era il suo servitore - e il bambino diede immediatamente la risposta << Sera-aga >>, "Il Lama di Sera" nel dialetto locale!







L'abilità del bambino nel riconoscere un lama cammuffato da servitore era abbastanza sorprendente, ma il fatto che egli avesse in qualche modo saputo che il lama veniva da Sera riempì di stupore persino questi monaci, che erano abituati agli eventi miracolosi.

Il lama chiese allora al bambino come si chiamasse il loro presunto "maestro" ed egli rispose << Lobsang >>. Il nome del servitore era infatti Lobsang Tsewang.

Questi lama di alto rango passarono tutta la giornata ad osservare il bambino....ma essi partirono il giorno successivo per ritornare alcuni giorni dopo con tutti gli altri membri della spedizione. Fu soltanto quando i genitori del bambino videro la processione di alti dignitari che si avvicinavano alla loro umile dimora che si resero conto che il loro figlio doveva essere una reincarnazione.

Non è raro per questi bambini reincarnati ricordare oggetti o persone conosciuti durante la loro vita precedente. Alcuni sono persino capaci di recitare scritture che non erano state loro insegnate. Nell'isolata tranquillità del Tibet ci sono sempre state molte prove evidenti che le vite preceenti possono lasciare tracce nella vita attuale. Tuttavi in Occidente questo raramente accade perchè gli occidentali tendono a scartare a priori l'idea che una persona morta possa rinascere in un nuovo corpo.





Le immagini sono tratte da:
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L'amore di Gesù per gli animali, finora tenuto nascosto

dal blog di Valdo Vaccaro
"In verità, Io vi dico, che sono venuto nel mondo per abolire tutti i sacrifici di sangue
e il cibarsi della carne degli animali e degli uccelli che vengono macellati dall'uomo".

Guai ai cacciatori!

Mentre Gesù camminava con alcuni discepoli, incontrò un uomo che addestrava cani per cacciare altri animali; e disse all'uomo: "Perché lo fai?" E l'uomo replicò: "Perché vivo di questo. Che utilità hanno questi animali? Sono deboli, mentre i cani sono forti". E Gesù gli disse: "Ti mancano la sapienza e l'amore. Vedi, ogni essere creato da Dio ha il suo senso e il suo scopo. E chi può dire cosa c'è di buono in esso e quale utilità ha per te o per l'umanità? E per quanto riguarda ciò che ti occorre per vivere: guarda i campi, come sono fertili e rigogliosi e gli alberi che portano frutti e le erbe! Che vuoi di più di quanto ti dà l'onesto lavoro delle tue mani? Guai ai forti che abusano della loro forza! Guai al furbo che ferisce le creature di Dio! Guai ai cacciatori! Perché essi stessi verranno cacciati". E l'uomo fu assai sorpreso e smise di ammaestrare i cani per la caccia ed insegnò loro a salvare la vita anziché uccidere. E accettò l'insegnamento di Gesù e divenne Suo seguace.

Gesù libera gli animali

Un giorno, dopo che Gesù ebbe terminato il Suo discorso, accadde che in un luogo vicino a Tiberiade, dove vi sono sette fonti, un giovane Gli portò conigli e colombe vive, perché li consumasse con i Suoi discepoli. E Gesù guardò il giovane con amore e gli disse: "Hai un buon cuore e Dio ti illuminerà; ma non sai che in principio Dio diede all'uomo come cibo i frutti della terra, e non lo fece inferiore alla scimmia o al bue o al cavallo o alla pecora; perché dunque dovrebbe uccidere le creature che convivono con lui per consumarne la carne ed il sangue? Voi credete che Mosè abbia comandato a ragione di sacrificare e consumare tali creature e lo fate nel tempio; ma vedi, davanti a te sta Uno ancor più grande di Mosè che viene per abolire i sacrifici di sangue della Legge e i festini, per ristabilire i doni puri e il sacrificio senza macchia di sangue, come era in principio, ossia cereali e frutti della terra. Perciò lasciate in libertà le creature, affinché gioiscano in Dio e non siano motivo di colpa per gli uomini". E il giovane le liberò e Gesù ruppe le loro gabbie e i loro lacci. Ma ecco che esse temevano di essere nuovamente imprigionate e non volevano allontanarsi da Lui. Ed Egli parlò loro dicendo di andarsene ed esse ubbidirono alle Sue parole e se ne scapparono piene di gioia.

Gesù libera gli uccelli

E un giorno il ragazzo Gesù giunse in un luogo dove era stata posta una trappola per gli uccelli e alcuni ragazzi vi stavano appresso. E Gesù disse loro: "Chi ha messo questo laccio per le creature innocenti di Dio? Ecco, costoro verranno imprigionati in un laccio nello stesso modo". E scorse dodici passeri che sembravano morti. E passò le Sue mani su di essi, dicendo loro: "Volate via e pensate a Me fino a che vivrete". E si levarono e volarono via con gran cinguettare. I Giudei che videro tutto questo furono molto stupiti e lo raccontarono ai sacerdoti.

Gesù guarisce un cavallo

Accadde che il Signore lasciò la città per andare sui monti con i Suoi discepoli. E giunsero a un monte con sentieri molto ripidi. Lì incontrarono un uomo con un animale da soma. Ma il cavallo si era accasciato estenuato per il troppo peso. L'uomo lo picchiò fino a che cominciò a sanguinare. E Gesù si avvicinò a lui e gli disse: "Tu figlio della crudeltà, perché frusti il tuo animale? Non vedi che è troppo debole per il peso che porta e non sai che sta soffrendo?" Ma l'uomo replicò: "Che cosa te ne importa? Posso frustare l'animale finché mi piace, perché mi appartiene ed io l'ho acquistato per una grossa somma di danaro. Chiedilo a quelli che sono con Te, sono i miei vicini e lo sanno". E alcuni dei discepoli risposero e dissero: "Sì, Signore, è così come dice, eravamo presenti quando comprò il cavallo". E il Signore replicò: "Non vedete come sanguina e non udite come geme e come si lamenta?" Ed essi risposero dicendo: "No, Signore, non sentiamo come geme e come si lamenta!" E il Signore si rattristò e disse: "Guai a voi che, a causa dell'insensibilità del vostro cuore, non udite come l'animale si lamenta e come implora pietà verso il suo Creatore celeste, e tre volte guai a colui contro il quale grida e si lamenta nel suo tormento!" E, si fece avanti e toccò il cavallo, e l'animale si alzò e le sue ferite erano guarite. Ma all'uomo disse: "Va' ora per la tua strada e in futuro non picchiarlo più, se speri anche tu di trovare misericordia". E vedendo sopraggiungere il popolo, Gesù disse ai Suoi discepoli: "Io Sono malato a causa del malato, Io patisco la fame a causa dell'affamato. Io patisco la sete a causa dell'assetato". Ed Egli disse anche: "Io Sono venuto per abolire i sacrifici e le feste cruente. Se non smetterete di sacrificare e consumare la carne ed il sangue degli animali, l'ira di Dio non cesserà di abbattersi su di voi; così come accadde ai vostri antenati nel deserto che gioivano dei piaceri della carne e che s'imputridirono e furono consunti dalle epidemie.

Gesù aiuta un cammello

Andando a Gerusalemme, Gesù incontrò un cammello con un pesante carico di legna. Il cammello non ce la faceva a trasportarlo sul monte e il cammelliere lo picchiava e lo maltrattava spietatamente, senza però riuscire a smuovere l'animale. Gesù, vedendolo, gli disse: "Perché colpisci tuo fratello?" E l'uomo replicò: "Non sapevo che fosse mio fratello. Non è forse un animale da soma, fatto per servirmi?" E Gesù disse: "Non è forse lo stesso Dio che ha creato questo animale con la stessa sostanza dei tuoi figli che ti servono e non avete ricevuto tutti e due lo stesso respiro da Dio?" E l'uomo si meravigliò alquanto di questo discorso. Smise di picchiare il cammello e lo liberò da una parte del suo peso. E il cammello salì sul monte e Gesù camminava davanti a lui e non si fermò fino al termine del tragitto di quel giorno. Il cammello riconobbe Gesù, poiché aveva sentito l'amore di Dio in Lui. E l'uomo volle conoscere meglio il Suo insegnamento e Gesù lo istruì volentieri e questi divenne Suo seguace.

Parole di Gesù contro i sacrifici di sangue

Gesù istruiva i Suoi discepoli nell'atrio esterno del tempio ed uno di loro Gli disse: "Maestro, i sacerdoti dicono che non esiste il perdono dei peccati senza spargimento di sangue. I sacrifici di sangue prescritti dalla legge possono togliere i peccati?" E Gesù rispose: "Nessun sacrificio di sangue, di animali, uccelli o uomini, può togliere i peccati. Come può infatti essere cancellata una colpa versando sangue innocente? No, anzi esso ingrandirà ancor più la colpa. Certo i sacerdoti ricevono tali sacrifici come riconciliazione da parte dei credenti per le trasgressioni commesse contro la legge di Mosè, ma per i peccati contro la Legge di Dio non esiste perdono, se non attraverso il pentimento e il miglioramento.

Parole di Gesù contro il mangiare carne

Non sta forse scritto nei profeti: prendete i vostri sacrifici di sangue ed i vostri olocausti e aboliteli? Smettete di mangiar carne, poiché Io non ne parlai ai vostri padri, né lo comandai loro quando li liberai dall'Egitto. Ho comandato invece: Ubbidite alla Mia voce e percorrete le vie che vi ho comandato e diverrete il Mio popolo e starete bene. Ma essi non erano disposti a farlo e non ascoltarono. E che cosa vi comanda l'Eterno se non di esercitare giustizia e misericordia e di camminare umilmente con il vostro Dio? Non sta scritto che in principio Dio destinò a tutti gli esseri in carne ed ossa di cibarsi dei frutti degli alberi, dei semi e delle erbe? Ma della casa di preghiera hanno fatto una spelonca di ladri e anziché compiere sacrifici puri d'incenso hanno imbrattato di sangue i Miei altari ed hanno mangiato la carne degli animali macellati. Ma Io vi dico: non versate sangue innocente, né mangiate carne. Siate onesti, amate la misericordia ed agite rettamente e le vostre giornate saranno lunghe sulla terra.

Gli animali sono nostri fratelli e sorelle

Gesù giunse in un villaggio dove vide un gattino randagio che soffriva di fame e Lo implorava miagolando. Lo raccolse da terra, l'avvolse nel suo mantello e lo fece riposare sul Suo petto. E attraversando il villaggio, diede al gatto da mangiare e da bere. Ed esso mangiò e bevve e Gli dimostrò la sua gratitudine. Ed Egli lo diede ad una delle Sue discepole, una vedova di nome Lorenza che se ne prese cura. Ed alcuni del popolo dissero: "Quest'uomo si prende cura di tutti gli animali. Sono forse Suoi fratelli e sorelle da amarli così tanto?" Ed Egli disse loro: "In verità, questi sono i vostri confratelli della grande famiglia di Dio, vostri fratelli e sorelle, che hanno lo stesso soffio di vita dell'Eterno. E chiunque si prende cura del più piccino di essi e gli dà da mangiare e bere nella sua pena, lo fa a Me; e chi permette intenzionalmente che uno di essi abbia a soffrire penuria e non lo protegge quando viene maltrattato, permettendo che avvenga questa malvagità, è come se fosse stata inflitta a Me. Infatti, ciò che avete fatto in questa vita, verrà fatto a voi nella prossima.

Parole di Gesù sul modo giusto di alimentarsi

Ed alcuni Suoi discepoli vennero a Lui e Gli parlarono di un Egiziano, figlio di Belial, che insegnava che non era contrario alla Legge tormentare gli animali, se la loro sofferenza fosse di utilità agli uomini. E Gesù disse loro: "In verità, vi dico, chi trae profitto dall'ingiustizia inflitta ad una creatura di Dio, non può essere retto. E tantomeno coloro che hanno le mani macchiate di sangue oppure la bocca infettata dalla carne possono trattare cose sacre o insegnare i misteri del cielo. Dio dà come nutrimento i cereali e i frutti della terra; e per l'uomo retto questo è l'unico giusto cibo per il corpo. Il ladro che irrompe in una casa costruita da uomini si rende colpevole; ma anche i più piccoli di coloro che irrompono in una casa costruita da Dio sono i più grandi peccatori. Perciò Io dico a tutti coloro che vogliono divenire Miei discepoli: non macchiate le vostre mani spargendo sangue e fate sì che le vostre labbra non tocchino carne; infatti, Dio è retto e buono ed ha comandato che gli uomini vivano solamente dei frutti e dei semi della terra. Ma se un animale soffre molto, sicché la sua vita gli causa tormento, oppure se diviene pericoloso per voi, liberatelo dalla sua vita nel modo più rapido e con meno sofferenza possibile. Inviatelo nell'aldilà con amore e misericordia e senza tormentarlo e Dio, vostro Padre, vi mostrerà misericordia, come voi siete stati misericordiosi verso coloro che sono stati posti nelle vostre mani. E ciò che farete al più piccolo dei Miei figli, lo farete a Me, poiché Io Sono in essi ed essi sono in Me, anzi, Io Sono in tutte le creature e tutte le creature sono in Me. Anch'Io gioisco di tutte le loro gioie ed anch'Io soffro di tutti i loro dolori. Perciò vi dico: siate buoni gli uni con gli altri e con tutte le creature di Dio".

La conversione dell'uccellaio

E mentre andava a Gerico, Gesù incontrò un uomo con alcune giovani colombe ed una gabbia piena di uccelli che aveva catturato. E vide come soffrivano, perché avevano perso la loro libertà ed avevano anche fame e sete. E disse all'uomo: "Che cosa ne fai?" E l'uomo rispose: "Vivo degli uccelli che vendo e che ho catturato". E Gesù gli disse: "Che penseresti se un uomo più forte o più furbo di te ti catturasse e ti incatenasse, oppure se gettasse in prigione anche tua moglie o i tuoi figli insieme a te, per venderti e trarne profitto e per guadagnarsi così da vivere? Non sono forse anch'essi creature simili a te, solo più deboli? E non è lo stesso Dio, Padre e Madre, che provvede ad essi come a te? Lascia in libertà questi tuoi piccoli fratelli e sorelle e bada a non rifare più tali cose, ma a guadagnarti onestamente il tuo pane". E l'uomo si meravigliò di queste parole e della Sua autorità e lasciò liberi gli uccelli che, usciti dalla gabbia, volarono da Gesù e si posarono sulle Sue spalle e cantarono per Lui. E l'uomo Gli chiese di spiegargli il Suo insegnamento e prese la sua strada ed imparò a intrecciare cesti. Si guadagnò il pane con il suo lavoro, distrusse le sue gabbie e le sue trappole e divenne un discepolo di Gesù. "In verità, vi dico, che Io sono venuto nel mondo per abolire tutti i sacrifici di sangue e il consumo della carne di animali ed uccelli macellati dagli uomini". 


*****

I primi furono gli Indonesiani


tratto da: "L'esplorazione degli Oceani" di Robert Ballard


Qualunque fosse la loro motivazione, la documentazione archeologica è
chiara: i primi veri navigatori delle acque aperte del Pacifico erano
gli antenati dei Polinesiani odierni.

Erano i viaggiatori-esploratori diretti alle centinaia di verdi
montagne marine, circondate da anelli corallini che formano le
odierne isole Cook, Society, Marchesi e oltre, fino alle Hawaii, alla
Nuova Zelanda e alle colline vulcaniche dell'Isola di Pasqua.






Questi robusti marinai traversavano in acque aperte sfruttando una
quantità di segni che osservavano in mare e in cielo. I capitani
polinesiani, memorizzavano lo zenith e il punto in cui tramontavano e
sorgevano decine di stelle lungo l'orizzonte, ripartito in sedici
sezioni equivalenti.



 Marinai così pieni di risorse costruirono elaborate immagini
concettuali che mostravano particolari relazioni fra le stelle e le
isole di posizione nota. Questi punti di riferimento si spostavano
leggermente non soltanto nel volgere dell'anno, ma anche nel corso
dei decenni e dei secoli: in realtà, i viaggiatori polinesiani
svilupparono un almanacco nautico mentale che avrebbe fortemente
influenzato gli scienziati dei secoli a venire.



I naviganti polinesiani impararono a valutare altresì la propria
posizione relativamente ai punti di partenza mediante la variazione
stagionale dei venti e delle correnti, anche se spesso tali modelli
erano difficili da individuare nella zona di calme nei pressi
dell'Equatore, là dove compirono molti dei loro viaggi di
esplorazione. La dimensione, la frequenza e la durata delle onde
indicavano se avanti a loro si trovavano isole che stavano
interagendo con i venti prevalenti.







Nel tardo pomeriggio e all'alba il bassofondo e la sabbia bianca di
una laguna situato all'interno di un lontano reef poteva riflettere
un luccicore balenante sulle nuvole. Inoltre, le ripide catene delle
isole montuose ammantate di giungla catturavano i venti umidi,
formando  particolari cappe di nubi visibili a più di 1500 chilometri
di distanza nelle condizioni giuste.



Un distante bagliore di fulmine, a differenza dei temporali
improvvisi, poteva indicare la presenza di una costa montuosa oltre
l'orizzonte. Gli uccelli marini come le sule sono insediati sulle
isole, ma volano a grandi distanze per cercare il cibo: seguirli fino
a casa era un saggio espediente.



Grazie a queste capacità complesse, acquisite nei secoli e trasmesse
da una generazione all'altra attraverso un lungo apprendistato, i
viaggiatori del Pacifico erano in grado di navigare a distanze
incredibili.





Le immagini sono tratte da:
http://oss-trento.blogautore.repubblica.it/2011/05/25/martedi-17-maggio-2011-gli-aborigeni-embera-katio/
http://www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110330it.html

domenica 7 aprile 2013

Violette


tratto da: "L'isola sotto il mare" di Isabelle Allende





Violette trascorreva le ore più calde riposandosi o dedicandosi alla sua bellezza: massaggi con latte di cocco, depilazione con caramello, impacchi di olio per capelli, infusi di erbe per schiarire la voce e lo sguardo.
In alcuni momenti di ispirazione preparava con Loula unguenti per la pelle, sapone di mandorle, pomate e polveri da trucco che vendeva alle sue amicizie femminili. Le sue giornate passavano lente e oziose.



Al tramonto, quando i raggi indeboliti del sole non potevano più macchiarle la pelle, usciva a passeggio a piedi, se il clima lo permetteva, o su una portantina a mano condotta da due schiavi che noleggiava da una vicina; così evitava di sporcarsi con lo sterco di cavallo, la spazzatura e il fango delle strade di Le Cap.


 Si vestiva in modo discreto per non offendere le altre donne: né le bianche né le mulatte tolleravano di buon grado tanta concorrenza. Si recava nei negozi per fare acquisti e al molo per procurarsi articoli da contrabbando dai marinai, faceva visita alla modista, al parrucchiere e alle amiche.


Con la scusa di prendere un succo di frutta si tratteneva all'hotel o in qualche  caffé, dove non mancava mai un gentiluomo disposto ad invitarla al suo tavolo.




L'immagine è tratta da:
http://www.frenchcreoles.com/CreoleCulture/creolesbydefinition/What%20and%20Who%20is%20Creole.html

Ci si dopa col cinismo


dal blog di Valdo Vaccaro


Ci si dopa con la cattiveria e il cinismo, con la firma giornaliera che poniamo sulla condanna a morte di 7000 anime al minuto secondo, 24 ore su 24, che con i mega-macelli della Cremonini e della McDonald’s si moltiplicheranno presto per 2 e per 3.

Anime uguali e identiche alle nostre, anche se rivestite da pelo e da piume, anche se dotate di linguaggi e di stili espressivi diversi, a protezione di un cuore e di un sistema circolatorio uguale al nostro.
Pelo e piume a protezione di un sistema immunitario e di un sistema affettivo, identici ai nostri.
Di un sistema karmatico e spirituale che sfugge soltanto agli scemi e agli imbecilli, alla gente vuota e ai falsi profeti di false religioni, di cui il pianeta purtroppo abbonda.


Il più moderno e attuale dei nostri filosofi, fa sentire la sua voce.

Credere che siamo solo mossi e toccati dagli aspetti visibili delle cose è stupidità manifesta, diceva Giordano Bruno.
Credere che noi uomini siamo depositari di tutto il capitale religioso dell’universo, come insegnano da sempre i preti di tutte le religioni, malati di antropocentrismo acuto ed irreversibile, è stupidità teologica manifesta, avrebbe aggiunto, se lo avessero lasciato vivere, anziché dargli fuoco, come facevano disinvoltamente con tutti, quando avevano la licenza di uccidere e di stradominare, in nome del loro assurdo padreterno.


Parole in cui ritrovo me stessa

tratto da: "Và dove ti porta il cuore" di Susanna Tamaro



Esiste uno spiraglio per liberarsi dal destino che impone l'ambiente di origine, da ciò che i tuoi avi ti hanno tramandato per la via del sangue? Chissà. Forse nel susseguirsi claustrofobico delle generazioni qualcuno riesce a intravedere un gradino un pò più alto e con tutte le sue forze cerca di arrivarci, Spezzare un anello, fare entrare nella stanza aria diversa, è questo, credo, il minuscolo segreto del ciclo delle vite.


Nei libri che avevo comprato......a un certo punto avevo trovato scritto che la scelta della famiglia nella quale ci si trova a nascere è guidata dal ciclo delle vite. Si hanno quel padre e quella madre perchè soltanto quel padre e quella madre ci permetteranno di capire qualcosa in più, di avanzare di un piccolo, piccolissimo passo.  Ma se è così, mi ero chiesta allora, perchè per tante generazioni si resta fermi?


.......I cambiamenti si accumulano in sordina, piano piano e poi a un certo punto esplodono. Tutto a un tratto una persona rompe il cerchio, decide di essere diversa.

venerdì 5 aprile 2013

Spiritualità d' istinto


dal blog di Valdo Vaccaro


Gli animali non solo sono senzienti, ma sono dei super-bambini che cercano nell'uomo aiuto, amicizia, fratellanza, non sapendo che il bipede è il peggiore dei mostri che calpestano il suolo terrestre. Non esistono chiese, campanili, minareti e pagode capaci di cancellare i crimini che questa vile e sciancata umanità sta commettendo contro gli animali e contro l'eco-sistema. Il maiale è molto più figlio di Dio che l'uomo, questa è la pura e semplice realtà. Ho detto il maiale, e potrei dire il fagiano, la lepre, il pulcino, la mucca.

Avendo visto coi miei occhi i ragazzini vietnamiti salire sul dorso dei bufali, senza protezioni e senza paura, so di cosa parlo. Bufali che con le lunghe corna affilatissime fanno paura persino a tigri e leoni. Bufali rispettosi di chi hanno in groppa, e attentissimi a tenere le proprie corna a debita distanza. Avendo visto l'elefante in mezzo alla folla di gente, prendere con la proboscide il pop-corn dal bambino in braccio alla madre, con precisione e delicatezza, senza nemmeno fargli cadere il cono, so di cosa parlo. Avendo visto il cinghiale correr dietro alla mia bicicletta per chilometri nelle strade di campagna, so di cosa parlo. Avendo visto l'anatroccolo chiamarmi, a suon di beccate sulla porta vetrata dello studio, so di cosa parlo. Avendo seguito più volte la scena del vitellino tolto di brutto a sua madre, e trascinato a forza nel camioncino blindato del macellaio, con 50 mucche della stalla piangere e lamentarsi per giorni e giorni, so di cosa parlo. Potrei andare avanti per pagine.

L'uomo non ha scuse e non ha alibi. Il ghepardo, il leopardo, il puma, il leone, la tigre, il pitone, lo squalo, la iena, il condor, il falco, il corvo, lo sciacallo, pur vivendo in modo abominevole, tra aggressioni, violenze, atrocità e vittime da sbranare, qualche scusa ce l'hanno. I verbi catturare, uccidere, sopprimere, sbranare, scarnificare, ce li hanno scritti nel Dna, negli occhi, nel cuore e negli artigli. Nessuno è stato ancora capace di insegnargli qualcosa di alternativo.

L'elefante, pur essendo massiccio ed imponente, non si sogna nemmeno di fare del male alla gallina, all'anatra o al coniglio che transitano sotto di lui o gli si accovacciano accanto. E' questione di carattere, di abitudine, di scelta alimentare e comportamentale, di istinto bonario o aggressivo. Il bipede invece, arriva allo sconcio di sterminarlo per prendergli delle zanne che dovrebbero servire a guarire qualcuno da qualche malattia. Metto la mano sul fuoco che nessuna malattia al mondo è mai stata risolta con la polvere di avorio, mi spiace per i naturopati cinesi, malati di curomania al pari di tanti occidentali.

L'uomo non può accampare delle scuse. E' stato costruito secondo determinate caratteristiche e qualità. E' stato istruito, scolarizzato, sensibilizzato, responsabilizzato. E' stato dotato di strumenti di valutazione e di discriminazione tra il bene e il male, tra il giusto e l'ingiusto, tra il nobile e il plebeo, tra il sublime e il raccapricciante. Venir meno a tutte queste cose, sapendo di farlo, lo precipita davvero nei bassifondi. Non è un discorso da fanatico o da vegano. Sono il primo a dire che il termine vegano rompe e discrimina. Lo uso per convenzione e comodità discorsiva come tutti. Ma l'etichetta di vegano o anche quella di vegetariano o quella di igienista, non le accetto proprio. Sono semplicemente una persona umana che cerca di comportarsi umanamente.

Valdo Vaccaro

Un fratello chiamato animale


dal blog di Valdo Vaccaro


"MASSIMA VILTA' E' APPROFITTARE DEL PIU' DEBOLE

Il genere umano ha una prerogativa, una caratteristica che lo contraddistingue. Si arroga il diritto di usare ogni essere che decreta inferiore a suo piacimento. L'ha fatto anche con i propri simili. I nostri poveri fratelli animali vengono usati come cibo, per divertimento, per vestirsi, per compagnia. Torturati, usati, schiavizzati dagli albori dei tempi. L'unica colpa che hanno è quella di essere sulla terra insieme a noi. L'uomo ha scelto bene gli animali di cui servirsi, i più miti, i più docili, i più inoffensivi.

SONO PERSONE SENZIENTI E NON COSE

Quando parlo con chi considera i nostri fratelli animali cose anziché persone, per quanto lo trovi assurdo, devo sottolineare che anche loro sono intelligenti, che provano emozioni. E se anche così non fosse? E se non fossero abbastanza intelligenti, abbastanza emotivi, sarebbe comunque logico ciò che il genere umano gli sta infliggendo?Quante persone ci sono con un ritardo mentale, apparentemente anaffettivi, sarebbe logico che avessero la medesima sorte?

NON SERVONO TANTE CHIACCHIERE. BASTA ENTRARE ALL'ORTOFRUTTA ANZICHE' IN MACELLERIA

Con ciò non voglio condannare o demonizzare chi non è vegano. Fino a qualche anno fa anche io non prendevo in considerazione tutte queste cose. Anche io sono stata vittima di questa cultura alimentare nazista, fino a che un giorno ho deciso di smettere di essere complice di tutto questo orrore. L'ho fatto da sola, senza che nessuno mi dicesse nulla. Ho fatto il salto vegan immediatamente, giusto una settimana da vegetariana.

NESSUNA CLEMENZA PER CHI SA E TACE

Non riesco ad essere clemente però con chi viene a conoscenza della verità e non fa nulla per un cambiamento di rotta. Non c'è alcuna giustificazione se non l'egoismo spinto ai massimi livelli. Una delle diverse obiezioni sollevate dalla gente è "ma a me la carne piace" e io, regolarmente rispondo "anche al pedofilo piace stuprare i bambini". So che è una risposta forte, ma credo renda l'idea.
Barbara"